Si è spento all'età di 84 anni nella sua casa a Firenze, Giuliano Sarti, storico portiere azzurro che ha vestito le maglie di Fiorentina e Inter su tutte. Considerato tra i migliori portieri italiani di sempre, fu il numero uno della Grande Inter del mago Herrera e il suo palmarès conta 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa delle Coppe, 3 scudetti e una Coppa Italia.
Le sue doti da estremo difensore gli garantirono il soprannome di "portiere dagli occhi di ghiaccio" a causa della sua freddezza nell'uno contro uno e del suo senso della posizione che gli permetteva di non ricorrere mai a interventi difficili.
Cresciuto nel vivaio della Centese e della Bondenese, si trasferisce nel 1954 alla Fiorentina con la quale vincerà il primo scudetto della storia viola, ma l'anno successivo perderà la prima edizione della Coppa dei Campioni in finale contro il Real Madrid.
Rimane in riva all'Arno per 9 anni prima di accettare la proposta dell' Inter di Herrera che lo piazza subito titolare tra i pali. Nella prima stagione in nerazzurro arriva secondo in campionato, ma trionfa in Coppa dei Campioni, ripetendosi anche l'anno successivo.
Dopo aver vinto lo scudetto nel '65 e nel '66, è colpevole del secondo posto finale nel '67 a causa di un suo errore clamoroso che valse sia la sconfitta contro il Mantova per 1-0 che la vittoria del tricolore da parte della Juventus. In quello stesso anno, nonostante una sua prestazione eccellente in finale contro il Celtic, perde la sua seconda finale della Coppa dei Campioni.
Andrà via dall'Inter nel '68 per provare una nuova sfida a 35 anni come secondo portiere della Vecchia Signora. Concluderà la sua carriera in serie D con l'Unione Valdinievole nel 1970.
Viene convocato per la prima volta in Nazionale nel 1959 contro l'Ungheria; purtroppo, toccherà il terreno di gioco con la maglia azzurra soltanto 8 volte, molte delle quali amichevoli. Dopo il ritiro, intraprende una breve esperienza da allenatore della Lucchese.
Fin ora è l'unico portiere italiano ad aver disputato 5 finali di Coppa dei Campioni, vincendone due con l'Inter, ma perdendone altrettante.
Oltre ai titoli e alla sua bravura, è stato d'insegnamento per molti giovani della sua epoca, quando l'amore per il pallone e la passione del calcio andavano al di là del guadagno economico.
Rimane in riva all'Arno per 9 anni prima di accettare la proposta dell' Inter di Herrera che lo piazza subito titolare tra i pali. Nella prima stagione in nerazzurro arriva secondo in campionato, ma trionfa in Coppa dei Campioni, ripetendosi anche l'anno successivo.
Dopo aver vinto lo scudetto nel '65 e nel '66, è colpevole del secondo posto finale nel '67 a causa di un suo errore clamoroso che valse sia la sconfitta contro il Mantova per 1-0 che la vittoria del tricolore da parte della Juventus. In quello stesso anno, nonostante una sua prestazione eccellente in finale contro il Celtic, perde la sua seconda finale della Coppa dei Campioni.
Andrà via dall'Inter nel '68 per provare una nuova sfida a 35 anni come secondo portiere della Vecchia Signora. Concluderà la sua carriera in serie D con l'Unione Valdinievole nel 1970.
Viene convocato per la prima volta in Nazionale nel 1959 contro l'Ungheria; purtroppo, toccherà il terreno di gioco con la maglia azzurra soltanto 8 volte, molte delle quali amichevoli. Dopo il ritiro, intraprende una breve esperienza da allenatore della Lucchese.
Fin ora è l'unico portiere italiano ad aver disputato 5 finali di Coppa dei Campioni, vincendone due con l'Inter, ma perdendone altrettante.
Oltre ai titoli e alla sua bravura, è stato d'insegnamento per molti giovani della sua epoca, quando l'amore per il pallone e la passione del calcio andavano al di là del guadagno economico.
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