giovedì 29 giugno 2017

Europei under21: Fine della corsa, azzurrini battuti


Termina così l'avventura degli azzurrini nell'Europeo di categoria, costretti ad alzare bandiera bianca di fronte ad una Spagna nettamente più forte. Dopo un primo tempo giocato ad armi pari, in cui a tratti erano riusciti ad imporsi, sfiorando più volte il gol del vantaggio con Bernardeschi e Pellegrini, i ragazzi di mister Di Biagio sono entrati in campo nella seconda frazione con meno determinazione e, causa il troppo nervosismo e l'espulsione di Gagliardini, hanno subito la rete dell'1-0 al primo vero tiro in porta della "Furie Rosse".
Mentre ci si aspettava un Asensio in gran spolvero e la pericolosità di Deulofeu sulla fascia, a punire la difesa azzurra sono stati i tiri dalla distanza del cecchino Saul Niguez, centrocampista dell'Atletico Madrid, che, praticamente da solo, ci manda a casa dopo aver insaccato il pallone in porta per ben tre volte. A nulla serve, dunque, l'ottima prestazione dei primi 45 minuti, cancellata da uno svarione incredibile di attenzione della ripresa, in cui ci siamo fatti quasi umiliare, lasciando spazi per i contropiedi e le qualità tecniche degli avversari.
Resta amarezza per questa sconfitta: dopo il gol del pareggio firmato ancora una volta Bernardeschi, c'era nell'aria la sensazione di poter portare a casa la vittoria anche con un uomo in meno. Alla lunga, però, la stanchezza accumulata dalla partita contro la Germania, la tecnica, la freschezza e l'esperienza degli uomini del ct Celades hanno fatto la differenza con la Spagna che è andata dilagando, trascinata da un super centrocampo.
Saluta, dunque, una delle migliori squadre azzurre di sempre che, dopo essere passata prima nel suo girone, ha dovuto inchinarsi ad una vera e propria corazzata ma, come hanno detto Calabria e lo stesso Di Biagio nel dopo partita, usciamo a testa alta, orgogliosi di ciò che abbiamo fatto e fieri di aver rilanciato il calcio italiano che, ora, può contare su giovani di ottima prospettiva.
La chiave per ripartire è quella di puntare su questi giocatori che, come ci ha raccontato quest'Europeo, sono il futuro della Nazionale per costruire nuovi successi in campo internazionale e per recitare, dopo tanti anni, un ruolo importante anche nei Mondiali.


mercoledì 28 giugno 2017

Calciomercato Inter - Idee di mercato


Dopo la rivoluzione societaria, l’Inter si è messa subito al lavoro per garantire ai tifosi una base solida su cui impostare la prossima stagione. Con gli arrivi di Luciano Spalletti sulla panchina e di Walter Sabatini come nuovo direttore sportivo, dalle parti di Milano c’è voglia di tornare ai grandi livelli del calcio italiano e internazionale. Prima di mettere mano al portafogli, la parola d’ordine, almeno fino al 30 giugno, sarà quella di vendere tutti gli scarti delle passate annate e rimpiazzarli con innesti di un certo livello. Ecco perché, nonostante i tanti nomi accostati ai nerazzurri, il mercato in entrata è fermo e si aspettano offerte per sanare il fair play finanziario. Tra i possibili addii, si valuta il sacrificio di Ivan Perisic, esterno dalla spiccata dote tecnica e da un tiro al volo che gli ha permesso di segnare un certo numero di gol. Su di lui si parla di un interessamento del Manchester United di Mourinho che, oltre a convincerlo con la Champions League, è pronto a presentare un assegno da 40-45 milioni di euro. Negli ultimi giorni, ha chiesto informazioni anche il Psg che, in caso di addio di Lucas Moura (destinazione proprio Inter), potrebbe fare un pensierino per l’ex Wolfsburg. Dal canto suo, la società, dopo le parole di Spalletti che lo vorrebbe al centro del progetto, è indecisa sul da farsi, ma di fronte a 50 milioni potrebbe anche cercare un sostituto. Medel è sul punto di partenza con il Boca Juniors pronto a portarlo in Argentina; così come Santon, voluto da Mancini, che ha diverse estimatrici, sia in Italia che, soprattutto, in Inghilterra, dove il Crystal Palace si sarebbe offerto per consegnargli le chiavi della fascia destra. Lo stesso dicasi per i mai esplosi Ranocchia e Nagatomo. Il difensore italiano, dopo una discreta stagione in Premier League con l’Hull City, sarà mandato direttamente via o in prestito con diritto di riscatto; mentre il giapponese sembra essere giunto al capolinea della sua esperienza con la maglia dell’Inter. Altri sacrifici importanti, che potrebbero portare parecchi introiti nelle casse di Sabatini, conducono ai nomi di Brozovic, sul quale si è tuffato lo Zenit di Mancini; Murillo, conteso tra Monaco e Valencia; Banega, ad un passo dal ritorno al Siviglia; e Gabigol. Il centroavanti del Brasile, con il quale ha vinto anche un’Olimpiade, è stato davvero un flop con Pioli che, nella scorsa stagione, gli ha concesso pochissimi minuti in campo. Poiché ci sono ancora dubbi sul suo rendimento e sulla sua condizione fisica, sarà “parcheggiato” a qualche club in modo tale da prendere confidenza con il calcio europeo e accumulare prestazioni importanti. Il Las Palmas di De Zerbi sembra essere il club più accreditato per accaparrarsi il talentino nerazzurro, sperando che, già dalla prossima stagione, dimostri di valere quei 30 milioni spesi lo scorso anno.
Mentre sul fronte cessioni l’Inter è molto attiva, il mercato in entrata è ancora fermo anche se i possibili neo-acquisti non tarderanno ad arrivare. Per ora, le trattative in piedi sono solo due: Borja Valero e Skriniar. Il centrocampista della Fiorentina è una precisa richiesta di Spalletti, che lo considera un ottimo play basso per carisma e sviluppo del gioco. Sabatini ha sia un accordo con lo stesso giocatore per 3 milioni di euro in tre anni, che la forte volontà dello spagnolo di lasciare Firenze per affrontare una nuova avventura. D’altro canto, la Fiorentina vuole monetizzare al massimo ed ecco perché chiede 10 milioni contro i 5 offerti dall’Inter. La trattativa procede, ma la sensazione è che il mister possa contare sul 32enne già a inizio luglio. Stesso destino lo dovrebbe avere Skriniar, per il quale siamo ai dettagli: alla Samp andranno 25 milioni di euro, compreso il cartellino dell’ex Pescara Gianluca Caprari, che rimpiazzerà l’altro partente Luis Muriel, direzione Siviglia.


lunedì 26 giugno 2017

Europei under21: Il cielo è azzurro, Italia in semifinale!


La Nazionale under 21 riesce nell'impresa di battere la Germania e, grazie anche alla contemporanea vittoria della Danimarca ai danni della Repubblica Ceca per 4-2, si qualifica alla semifinale in cui affronterà la fortissima Spagna, già data per vincitrice.
Mister Di Biagio sfata le attese dei giorni prima e schiera in campo una formazione inedita, con la scelta tecnica di rinunciare dal primo minuto a Petagna, punta di peso, per affidarsi alla velocità di Chiesa e Berardi sulle fasce e alla tecnica di Bernardeschi come "falso nove" sì da sfruttare al meglio le occasioni di contropiede. L'idea del mister di far male alla Germania non appena perdeva palla, è stata ripagata dal lavoro sporco del centrocampo, trascinato da un super Gagliardini che, oltre ad oscurare le giocate di Meyer e Weiser, apriva gli spazi con i suoi perfetti lanci sugli esterni; da Benassi e Pellegrini, fondamentali nello sviluppo dell'azione: tanta corsa, ottimi inserimenti e anche potenti tiri dalla distanza che hanno impensierito non poco l'estremo difensore tedesco.
Grande attenzione da parte della difesa con Conti che limita benissimo il talento Gnabry; Caldara e Rugani che anticipano sempre Selke, non facendogli toccare palla; e Barreca che spinge sulla fascia, sovrapponendosi a Chiesa e mettendo dentro l'area di rigore dei cross interessanti.
"Man of the Match" Bernardeschi che, in un ruolo non suo, si sacrifica come tutto l'attacco per portare pressing sin dall'inizio della manovra sui difensori tedeschi, difende palla, illumina il gioco e, al primo pallone utile, insacca dentro il gol della vittoria e del passaggio del turno. Berardi, purtroppo, nonostante la grande generosità, non riesce ad accendersi; mentre Chiesa dimostra ancora una volta tutte le sue qualità, saltando l'uomo e correndo avanti e dietro lungo la fascia, arretrando anche in fase difensiva.          
La prova di ieri sera dà segno del grande amore per la maglia e delle grande qualità delle nostre squadre che, nonostante siano sfavorite e "derise" dagli stessi tifosi, riescono sempre a dare il meglio di sé nelle partite che contano, non mollando mai di un centimetro. 

Adesso, conquistato questo traguardo, è l'ora di non vanificare la bella prestazione contro la Germania, ma di dare continuità a questa vittoria, inseguendo un altro traguardo: quello di battere la Spagna in semifinale, ribaltando di nuovo i pronostici della vigilia.

venerdì 23 giugno 2017

Europei under21: l’Italia crolla contro la Repubblica Ceca


Clamorosa sconfitta da parte degli azzurrini  che, perdendo 3-1, si fanno agganciare al secondo posto in classifica proprio dai cechi, mettendo in serio pericolo il discorso semifinale. I ragazzi di mister Di Biagio, nonostante il grande talento e una squadra considerata tra le più forti di sempre, non riesce ad incidere, mostrando un gioco collettivo che fatica a vedere in campo una Nazionale bella, oltre che concreta. Bernardeschi e Berardi tradiscono le attese della vigilia e cercano molto spesso di risolvere la partita con azioni individuali fine a se stesse. Il centrocampo, con Grassi dal primo minuto, mostra una pessima condizione fisica, arrivando sempre dopo sulle seconde palle. Conti e Calabria soffrono sulle fasce, mentre in difesa Ferrari scricchiola troppo e, accanto a Rugani, si sente la mancanza di Caldara.
Dopo un primo tempo sterile e senza ritmo, nel secondo tempo, grazie all’ingresso di Federico Chiesa, l’Italia prende coraggio, alza il proprio baricentro e inizia a rendersi pericolosa con gli spunti delle ali e i cross al veleno del figlio d’arte, tanto che, al 70′, Berardi la insacca dentro riagguantando il match. La squadra, galvanizzata dalla rete, spinge per portare a casa i 3 punti, ma, alla fine, la Repubblica Ceca chiude le danze segnano due gol nel giro di 15 minuti.
Assoluto colpevole della serata Gigio Donnarumma che, nonostante le capacità notevoli e la grande stazza fisica, si dimentica di respingere anche i tiri più semplici, a dimostrazione del momento non facile che sta vivendo con la tifoseria rossonera dopo il mancato rinnovo di contratto con il Milan. Al termine del match, Di Biagio si è preso tutte le colpe del caso, rimproverandosi il fatto di aver cambiato troppo rispetto alla prima partita con la Danimarca. Ora, testa alla Germania, come ha detto Petagna nel post- partita, dove ci si aspetta un’Italia cattiva e rabbiosa già dai primi minuti, con la voglia di aggredire l’avversario per conquistare un posto nelle semifinali del torneo.


martedì 20 giugno 2017

Europei under21: Danimarca battuta, Italia prima nel girone


Gli azzurrini allenati da Gigi di Biagio non deludono le aspettative della vigilia e si impongono sulla Danimarca per 2-0, senza grossi problemi in fase difensiva.
Dopo un primo tempo giocato male, in cui il ritmo della partita era dettato da un lento e sterile possesso palla, la Nazionale italiana è entrata in campo nella ripresa con la voglia e la cattiveria giusta per chiudere il match e portare a casa i tre punti. I ragazzi di Di Biagio hanno dimostrato una condizione fisica e un patrimonio tecnico invidiabile, migliorato dai minuti accumulati durante la stagione appena passata con i rispettivi club di appartenenza. Danimarca che, dal canto suo, ha cercato in tutti i modi di mettere in difficoltà una squadra nettamente superiore, provando a concludere in porta nelle rare occasioni concesse loro.
La partita si sblocca con un bellissimo gol in rovesciata di Lorenzo Pellegrini che, dopo aver esordito con l’Italia maggiore di Ventura, timbra il suo nome nel taccuino dei marcatori, mettendo in discesa la gara. Con il passare dei minuti, la Danimarca, in cerca della rete del pareggio, lascia spazi e concede il contropiede alle veloci ali azzurre (su tutte Bernardeschi e Chiesa). Proprio il figlio d’arte subentra dalla panchina e all’86’ effettua un cross teso verso l’area piccola con Andrea Petagna che, dopo aver vinto un duello fisico, è il più lesto di tutti a mettere dentro il gol del definitivo 2-0.
All’interno della partita c’è anche da documentare lo spiacevole episodio del lancio di banconote false verso la porta di Donnarumma che, pochi giorni prima, ha rifiutato il contratto con il Milan, preferendo una nuova avventura vincente al progetto dei rossoneri.
Questa vittoria consegna non solo il primo posto nel girone C insieme alla Germania, ma anche fiducia e morale all’interno dello spogliatoio e la consapevolezza di poter arrivare con questa squadra fino alla finale del 30 Giugno.

lunedì 19 giugno 2017

Milan, Donnarumma rifiuta un super contratto


Clamorosa notizia arrivata nel pomeriggio di ieri, quando l'estremo difensore del Milan, Gigio Donnarumma ha rispedito al mittente l'offerta di rinnovo a 5 milioni di euro a stagione. Una somma che è oro colato per un portiere 18enne, a dimostrazione di quanto il Milan puntasse su di lui per farlo diventare, oltre che il portiere titolare per innumerevoli anni, anche una bandiera del club rossonero. Se il classe '99 avesse accettato, sarebbe diventato il terzo portiere più pagato al mondo, dietro soltanto a Manuel Neuer e David De Gea e il primo in Italia, superando anche Gianluigi Buffon. Così, dunque, non sarà, sia a causa della volontà dello stesso giocatore, cresciuto proprio nel vivaio milanese, ma soprattutto, a causa della furbizia del suo procuratore Mino Raiola che, quando vede la possibilità di guadagnare, cerca in tutti i modi di convincere il proprio assistito a cambiare casacca. Dopo poche ore, è intervenuto il direttore sportivo Fassone, identificando, in quella di Donnarumma, una scelta definitiva che, comunque, non fermerà il Milan, pronto a dare fiducia ad un altro giovane di grande prospettiva come Plizzari o a intervenire sul mercato per cercare un nuovo numero 1: tra i nomi più interessanti, circola quello di Neto, secondo portiere della Juventus, che fa gola a tante squadre, senza dimenticare Reina, se andrà via da Napoli, e il sempre giovane Perin del Genoa. Ora, resta da vedere come si muoverà la società nei confronti del giocatore, che ha un contratto in scadenza nel 2018: se sarà venduto in questa sessione di mercato al miglior offerente (si parla di Real Madrid per lui) o se sarà relegato in tribuna per la tutta la prossima stagione. In attesa di conoscere il suo futuro, una cosa è certa: nel Milan che sta nascendo, di sicuro non ci sarà Donnarumma.

domenica 18 giugno 2017

UFFICIALE: Hèctor Moreno è della Roma


Con l'arrivo di Eusebio di Francesco sulla panchina della Roma e con la nomina di Monchi come nuovo direttore sportivo, la società ha mandato un messaggio chiaro al campionato con l'obiettivo di lottare per lo scudetto o, quanto meno, di confermare il secondo posto della scorsa stagione, spegnendo la voglia di rivalsa delle milanesi. Il ds, appena sbarcato a Trigoria dopo l'esperienza vincente al Siviglia, ha piazzato il primo colpo di questa sessione estiva di mercato, assicurandosi le prestazioni del difensore 29enne Hèctor Moreno, capitano della Nazionale messicana. Dopo due stagioni passate in Olanda con la maglia del Psv, con il quale ha vinto anche un campionato, si legherà ai giallorossi per i prossimi 4 anni, garantendo alla difesa romana una maggiore esperienza a livello internazionale. Il classe '88 era da tempo un pallino di Monchi che, finalmente, è riuscito a portarselo a casa, trovando l'accordo con l'ex società del giocatore per 5,7 milioni. Dopo la Confederation Cup con il Messico, anteprima dei Mondiali in Russia del 2018, si aggregherà ai nuovi compagni ad Agosto e sarà disponibile sin dalle prime date del ritiro. Ennesimo colpo della Roma in questi anni in difesa, sintomo che nella Capitale vogliano seguire il modello Juventus per provare a vincere qualcosa di importante in Italia.

Calciomercato Juventus, Douglas Costa e Keita ad un passo


Passi avanti nella trattativa per il 26enne brasiliano del Bayern Monaco con Marotta e Paratici che, la prossima settimana, voleranno in Germania per presentare l'offerta decisiva. Dopo aver trovato l'accordo con il giocatore, che percepirà circa 6 milioni netti a stagione, si cerca di chiudere anche con il club del ragazzo intorno ai 40 milioni più bonus. La sensazione è che il 26enne sarà il secondo colpo di mercato, in attesa dell'ufficializzazione di Patrick Schick, facilitato anche dagli ottimi rapporti con il club bavarese dopo le trattative di Vidal, Coman e Benatia. Dotato di ottima tecnica e di uno splendido tiro dalla distanza, è l'uomo che, nelle ultime due stagioni, ha saltato l'avversario più volte di tutti, dimostrandosi pericolosissimo sia in contropiede, che entrando a partita in corso. La caratteristica che ha fatto innamorare la società bianconera è la sua capacità di saper giocare su entrambi i lati d'attacco con l'esterno destro che rimane la sua zona di campo preferita, dove può rientrare e far male con il suo mancino al veleno. L'unica pecca è il fatto che non segni molti gol (7 gol in 34 presenze nell'ultima stagione), ma la quantità di assist e quel pizzico d'imprevedibilità lasciano presagire bene per il suo futuro all'ombra della Mole.                   
Dall'altra parte, invece, è stato bloccato Keita Baldè Diao della Lazio, per il quale la Juventus è disposta a versare nelle casse del club biancoceleste 20 milioni di euro, nonostante il giocatore vada in scadenza tra un anno. Su di lui c'era da tempo anche il Milan che, però, ha dovuto frenare a causa della volontà del senegalese di vestire il bianconero nella prossima stagione.

martedì 13 giugno 2017

UFFICIALE: Andrè Silva è un nuovo attaccante del Milan


Dopo Musacchio, Kessiè e Rodriguez, la società piazza un nuovo colpo che risponde al nome della punta portoghese Andrè Silva. Già da una settimana si parlava di lui come tra i possibili candidati a ricoprire il ruolo di numero 9 del Milan nella prossima stagione, ma niente faceva presagire a una chiusura dell'affare in così poco tempo: decisivo, infatti, un summit tenutosi ieri sera, all'oscuro da tutte le telecamere, tra Fassone, Mirabelli, il giocatore e il suo agente Jorge Mendes. Il classe '95 è arrivato questa mattina a Milanello dove ha svolto le visite mediche e firmato un contratto che lo legherà al club rossonero per i prossimi cinque anni. Nonostante la richiesta iniziale del Porto di 60 milioni di euro come da clausola rescissoria, la dirigenza è riuscita a strappare il sì della società a una cifra intorno ai 40 milioni di euro (da vedere se ci saranno dei bonus o se si verserà sin da subito l'intera somma). Un grande acquisto per la squadra allenata da Montella che si assicura uno dei più importanti centroavanti del futuro e del panorama mondiale. Le sue ottime doti tecniche, unite a una grande fisicità e a uno spiccato senso del gol (per lui 24 gol in 58 presenze con la maglia dei "Dragoes"), gli hanno permesso l'ingresso in Nazionale e hanno attirato su di sé l'interessamento dei top club europei, rinforzato anche dai complimenti ricevuti pochi mesi prima da un certo Cristiano Ronaldo, suo connazionale.

Finale Primavera, l'Inter di Vecchi è Campione d'Italia


Ottima prestazione da parte dei giovanissimi dell'Inter allenati da Vecchi che, dopo aver battuto ai quarti il Chievo 2-1 e in semifinale gli ex campioni della Roma per 1-0, sollevano il trofeo "Giacinto Facchetti" nella sua 55esima edizione. Sul prato verde del Mapei Stadium, si sono contese la coppa la Fiorentina allenata da Guidi e l'Inter di Vecchi. Pronti, via e la partita si sblocca subito al 18esimo in favore dei nerazzurri grazie a un colpo di testa su calcio d'angolo del difensore belga Vanheusden. Dopo il gol, la Fiorentina perde campo, accusa il colpo, non reagisce e, nel secondo tempo, subisce il raddoppio del solito Pinamonti che, di testa, insacca in rete il suo 19esimo gol stagionale. Utile solo per accorciare le distanze e per le statistiche il gol nel finale di Sottil su rigore. Vittoria schiacciante dei nerazzurri che, di fronte a loro, hanno trovato una Fiorentina alle corde, scarica e stanca dalle fatiche stagionali e dagli sforzi fatti negli scontri precedenti. Alla squadra di Guidi va comunque il merito di aver superato le aspettative, sconfiggendo avversarie più forti a livello qualitativo, vedi la Juventus di Kean in semifinale. Dall'altra parte, però, l'Inter può essere contenta del proprio percorso fatto in questa stagione, costellato anche da diverse soddisfazioni, come la vittoria in semifinale sulla Roma. Al termine della gara, è scoppiata la festa sia sul campo che sugli spalti, con la curva che ha iniziato ad applaudire e a ringraziare i giocatori e l'allenatore. Dopo la premiazione, interviste a Pinamonti sul suo futuro e a Vecchi che, fino all'ultimo, ha incitato la propria squadra. Dopo 5 anni, lo Scudetto Primavera ritorna ad essere di colore nerazzurro con la speranza da parte della società che, questo trofeo, sia l'inizio di tante altri successi.

domenica 11 giugno 2017

Calciomercato Juventus - Una rosa da Champions


Dimenticato Cardiff, se tra i tifosi si respira aria di delusione e di probabile ciclo finito, in casa Juve si pensa fin da subito al futuro e alla stagione che verrà, partendo dalle certezze di questi 6 scudetti consecutivi.
Dopo la partita, nello spogliatoio, i senatori si sono promessi di tornare in finale a Kiev tutti insieme sia per se stessi che, soprattutto, per Buffon che, sfumato il sogno del pallone d'oro, avrà la sua ultima opportunità di poter alzare al cielo quella tanta desiderata coppa, diventata un ossessione.
Il messaggio della squadra è stato recapitato forte e chiaro dalla società con Agnelli che, dopo pochi giorni, ha prolungato fino al 2020 il contratto di Allegri con l'obiettivo di continuare sulla linea verde degli ultimi anni, e dai dirigenti Marotta e Paratici che potranno spendere più di 100 milioni incassati dalla Champions.
In porta, Buffon è intoccabile e sarà confermato come numero uno tra i pali nella sua ultima stagione da bianconero prima del ritiro dall'attività calcistica. Neto abbandonerà il ruolo di secondo portiere perché giudicato troppo insicuro nelle poche volte in cui è stato chiamato in causa e non all'altezza di ricoprire il ruolo lasciato dal capitano nel prossimo anno. A ciò si aggiunge anche la volontà del giocatore che, dopo due stagioni passate all'ombra della Mole, desidera avere più minutaggio e una squadra che gli consegni il posto da titolare. Su di lui ci sono la Lazio, che cerca il sostituto di Marchetti, il Genoa, che potrebbe averne bisogno in caso di addio di Perin, e il Napoli, che, però, lo considera come un'alternativa meno costosa a Leno, il preferito da De Laurentiis. A sostituire l'ex Fiorentina, sarà chiamato Szczesny, portiere dell'Arsenal, in prestito alla Roma nelle ultime due stagioni. La società ha potuto vedere con i suoi occhi le buone prestazioni dell'estremo difensore polacco e, per questo, si è tuffata subito sul giocatore, strappandolo alla concorrenza del Napoli. Per lui è pronto un contratto di 4 anni a 4 milioni con l'incarico di raccogliere la pesante eredità lasciata da Buffon tra un anno. La trattativa è in fase avanzata e, dopo aver trovato l'accordo con il portiere, si punterà a convincere l'Arsenal che chiede 15-18 milioni per il suo cartellino.
La difesa sarà interamente confermata, salvo offerte eclatanti, con il blocco della "BBC" che proteggerà la porta difesa da Buffon ancora per un altra stagione. Nelle ultime ore, si parlava di un interessamento acceso da parte del Chelsea di Conte che avrebbe presentato una proposta da 55-60 milioni per portarsi a casa Bonucci. Marotta e Paratici, dopo aver valutato le possibili alternative (una di queste De Vrij, difensore centrale della Lazio), hanno rispedito l'offerta al mittente. Rugani e Benatia, su cui c'è l'interesse del Lione, dovrebbero rimanere per far rifiatare i titolarissimi.
A centrocampo, la Juventus si muoverà sia in entrata che in uscita: sulla corsia sinistra Alex Sandro è cercato dal solito Chelsea e dal Manchester City e per 60 milioni potrebbe salutare; così come Dani Alves che vuole il rinnovo di contratto per almeno un altro anno a tutti i costi. L'intenzione è quella di puntare ancora sulla corsa dei due brasiliani, ma, in caso di addio, la Juventus farà un tentativo per De Sciglio e Mendy, terzino del Monaco; senza dimenticare gli italiani Lirola e Spinazzola che rientreranno dagli ottimi prestiti al Sassuolo e all'Atalanta. Lichtsteiner e Asamoah hanno già le valigie in mano con, sullo svizzero, la forte concorrenza del Lipsia e, sul ghanese, l'interessamento di West Ham, Southampton e Galatasaray. Pjanic e Khedira resteranno per giocarsi il posto con i possibili acquisti Tolisso e N'Zonzi: per entrambi il costo del cartellino si aggira sui 40 milioni, ma le caratteristiche dei due giocatori sono molto diverse. Il francese milita nel Lione e già da tempo è sul taccuino delle italiane. Dotato di ottima capacità d'inserimento e grande tiro dalla distanza, sarebbe quel centrocampista "alla Vidal" che manca da troppo tempo alla compagine zebrata. L'attuale giocatore del Siviglia, invece, seppur meno esplosivo, è più difensivo e sfrutta il suo grande fisico e altezza per recuperare palloni ed essere pericoloso sulle palle inattive. Un colpo non esclude l'altro, soprattutto perché il centrocampo bianconero, nell'ultima stagione, è stato sicuramente il tallone d'Achille di questa squadra. In settimana è scoppiata la pazza idea Iniesta che tra un anno si svincolerà e non è sicuro che rinnovi con il Barcellona. Le percentuali di portarlo a Torino sono basse, ma attenzione al solito lavoro sottotraccia di Marotta che, già in altre occasioni, ha regalato acquisti di grande qualità. Sul discorso cessioni, Lemina sembra vicino all'Arsenal per una ventina di milioni; mentre Rincon e Sturaro sono in bilico perché vorrebbero giocare di più.
Nel reparto offensivo, i fantastici 4 saranno il perno della prossima stagione: nonostante le offerte milionarie, Dybala rimarrà e accanto a lui, Higuain, Mandzukic e Cuadrado ci potranno essere due nuovi colpi. La società, dopo aver chiuso per Patrick Schick, che sbarcherà fin da subito a Torino per occupare il ruolo di vice-Pipita, regalerà ai tifosi un esterno di grandissima qualità, capace di fare della velocità, della tecnica e del saltare l'uomo la sua arma principale: a tal proposito, i nomi più gettonati sono quelli di Keita, Di Maria, Bernardeschi e Douglas Costa.
Keita, esterno della Lazio, ha già un’intesa di massima con la Juventus che, però, non riesce a trovare l'accordo sul prezzo del cartellino con Lotito. Il giocatore ha un contratto in scadenza nel 2018 ed è disposto ad aspettare un anno per poi unirsi ai bianconeri; a dar fastidio è arrivato il Milan che ha presentato un'offerta da 50 milioni per lui e Biglia. In questo momento è una lotta alla pari con il club rossonero leggermente avanti che cercherà in tutti i modi di convincere il senegalese a sposare il progetto di Montella. Di Maria è l'uomo con più esperienza internazionale, ma anche il più costoso; per ora è solo un'idea e, forse, tale resterà dopo le sue dichiarazioni di voler vincere la Champions con il Psg. Douglas Costa sembra essere l'obiettivo più concreto che, con 30 milioni più bonus, potrebbe entrare a far parte dello scacchiere di Allegri. Nella sua ultima stagione, disputata con il Bayern Monaco, ha sofferto la concorrenza con i vari Ribery e Robben ed è stato lasciato molto spesso in panchina dal suo allenatore Carlo Ancelotti. Il rapporto qualità-prezzo è ottimo, considerando che il brasiliano è nel pieno della sua maturità (26 anni) e ha ancora tutto da dimostrare. Con Guardiola esplose e gli furono consegnate le chiavi della fascia, dove si rendeva pericoloso ogni volta che toccava palla. Il suo arrivo potrebbe essere anche aiutato dal contemporaneo acquisto di Alexis Sanchez da parte dei bavaresi, con cui la Juve, a seguito degli affari Vidal, Coman e Benatia, ha ottimi rapporti. Bernardeschi, invece, è il preferito dalla dirigenza. Semplici motivi: è giovane, forte, italiano e può occupare tutte le zone offensive dietro la prima punta, sia esterno che trequartista. L'unico scoglio è rappresentato dalla Fiorentina che, per meno di 40-50 milioni, non tratta.
La Juventus è pronta a scatenarsi sul mercato per ripartire dal prossimo anno con la cattiveria e la rabbia di una squadra che, dopo una caduta così dolorosa come quella di Cardiff, tornerà più forte di prima per vincere il tanto sperato Triplete. 

venerdì 9 giugno 2017

Calciomercato Milan- Tutti i possibili colpi

Con il cambio di proprietà, finalmente in casa Milan si respira un'aria diversa e, dopo anni bui, passati a soffrire sul campo senza vincere niente e a vedere le altre squadre sollevare coppe, c'è la consapevolezza di poter tornare grandi sia in patria che, soprattutto, in campo internazionale dove "I Diavoli" sono assenti da troppo. Ecco perché quest'estate il vero re del mercato dovrà essere il Milan con il duo Mirabelli-Fassone pronto a intervenire a suon di milioni con l'obiettivo di ricostruire una squadra praticamente da zero.                  
A testimonianza di ciò, in questi primi giorni di trattative, si è vista una società scatenata che, solo a inizio Giugno, ha piazzato già 4 colpi con ancora altri in serbo: è in corso una vera e propria rivoluzione con molte partenze e acquisti.
Da una settimana si è accasato ai nuovi compagni Mateo Musacchio, ex difensore del Villareal, da sempre un pallino di Montella, desideroso di allenarlo già ai tempi della Fiorentina; sarà lui a far coppia con l'ancora giovane Romagnoli, sperando di costruire insieme una delle più forti difese della prossima stagione. Sulle fasce, ieri mattina ha svolto le visite mediche Rodriguez, terzino svizzero sinistro con una spiccata spinta all'attacco e una buona fase difensiva. Autore di 22 reti e 28 assist nei suoi 5 anni in Bundesliga, viene da una pessima stagione con il Wolfsburg, in cui ha rischiato la retrocessione. Nonostante ciò, il Milan ha deciso di puntarci forte e gli affiderà le chiavi della corsia sinistra per almeno il prossimo anno, sperando che faccia meglio e lasci più ricordi rispetto al suo collega Mattia De Sciglio. Quest'ultimo, mai esploso da quando è a Milano, si è attirato le antipatie da parte del popolo rossonero nelle ultime settimane, quando ha dichiarato di voler essere ceduto agli acerrimi nemici della Juventus. Per quanto riguarda la fascia destra, nelle ultime ore si sta lavorando per regalare a Montella un terzino destro, giovane e italiano dal futuro assicurato. Identikit che risponde al nome di Conti che, lo scorso anno, ha disputato la sua migliore stagione di sempre con la maglia dell'Atalanta, segnando ben 8 gol. La Dea, dal canto suo, dopo aver conquistato l'Europa League, non vuole privarsi dei suoi gioielli e, per questo, chiede un esborso molto salato, circa 25 milioni di euro. Sebbene ci sia qualche tentennamento, le doti del classe '94 non si discutono e i rossoneri hanno già presentato un'offerta da 18 milioni più bonus che potrebbe ingolosire e arricchire le casse del presidente.
Dopo la difesa, ovviamente il lavoro più importante sarà fatto sul centrocampo che, negli ultimi anni, ha faticato ad imporsi in Italia senza mai avere nomi di una certa caratura: è già stato ufficializzato Frank Kessiè, ex Atalanta, che, dopo aver svolto le visite mediche, si è aggregato alla nazionale ivoriana. Il calciatore, pagato intorno ai 30 milioni di euro, ha scelto di vestire la maglia numero 19 e sarà lui il giocatore di fisico e qualità in mezzo al campo del nuovo Milan. Sembra ormai ad un passo il regista Lucas Biglia, prelevato dalla Lazio di Lotito per circa 20 milioni di euro.                                                                                          
Se da una parte si spenderà tanto per le entrate, dall'altra si continuerà a lavorare anche per piazzare gli esuberi: a questo punto si cercano pretendenti per Poli, Kucka e Sosa, arrivato soltanto lo scorso anno dal Besiktas per la folle cifra di 10 milioni.                        
L'attacco del Milan sarà completamente stravolto con i soli Suso e Lapadula sicuri di rimanere: Deulofeu, dopo un'ottima seconda parte di stagione al Milan, sarà riscattato dal Barcellona; mentre Bacca saluterà per cercare una nuova squadra in cui ritornare a segnare come ai tempi di Siviglia.
Il grande sogno è un'attaccante di primo livello, capace di risolvere la partita con un suo gol, ma la questione bomber sarà delicata per tutta l'estate. I profili sono tanti ed ecco che, da una settimana a questa parte, gli indizi seminati dalla dirigenza rossonera portano al nome del gallo Belotti. Dopo essere sfumati Morata e Aubameyang (sul primo è forte la concorrenza di United e Chelsea; sul secondo, invece, sembra ormai molto avanti il Psg che gli potrà offrire un contratto a cifre faraoniche), per il bomber granata, per il quale il presidente Cairo chiede 100 milioni come da clausola rescissoria, il Milan presenterà un'offerta di 70 milioni più i cartellini di Kucka e di Niang, che non è stato riscattato dal Watford.                                                    
La società è all'opera e vuole fare voce grossa fin da questo mercato per regalare ai tifosi un Grande Milan.           

mercoledì 7 giugno 2017

Addio a Giuliano Sarti, portiere della "Grande Inter"

Si è spento all'età di 84 anni nella sua casa a Firenze, Giuliano Sarti, storico portiere azzurro che ha vestito le maglie di Fiorentina e Inter su tutte. Considerato tra i migliori portieri italiani di sempre, fu il numero uno della Grande Inter del mago Herrera e il suo palmarès conta 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa delle Coppe, 3 scudetti e una Coppa Italia. 
Le sue doti da estremo difensore gli garantirono il soprannome di "portiere dagli occhi di ghiaccio" a causa della sua freddezza nell'uno contro uno e del suo senso della posizione che gli permetteva di non ricorrere mai a interventi difficili.
Cresciuto nel vivaio della Centese e della Bondenese, si trasferisce nel 1954 alla Fiorentina con la quale vincerà il primo scudetto della storia viola, ma l'anno successivo perderà la prima edizione della Coppa dei Campioni in finale contro il Real Madrid.
Rimane in riva all'Arno per 9 anni prima di accettare la proposta dell' Inter di Herrera che lo piazza subito titolare tra i pali. Nella prima stagione in nerazzurro arriva secondo in campionato, ma trionfa in Coppa dei Campioni, ripetendosi anche l'anno successivo.
Dopo aver vinto lo scudetto nel '65 e nel '66, è colpevole del secondo posto finale nel '67 a causa di un suo errore clamoroso che valse sia la sconfitta contro il Mantova per 1-0 che la vittoria del tricolore da parte della Juventus. In quello stesso anno, nonostante una sua prestazione eccellente in finale contro il Celtic, perde la sua seconda finale della Coppa dei Campioni.
Andrà via dall'Inter nel '68 per provare una nuova sfida a 35 anni come secondo portiere della Vecchia Signora. Concluderà la sua carriera in serie D con l'Unione Valdinievole nel 1970.  
Viene convocato per la prima volta in Nazionale nel 1959 contro l'Ungheria; purtroppo, toccherà il terreno di gioco con la maglia azzurra soltanto 8 volte, molte delle quali amichevoli. Dopo il ritiro, intraprende una breve esperienza da allenatore della Lucchese.

Fin ora è l'unico portiere italiano ad aver disputato 5 finali di Coppa dei Campioni, vincendone due con l'Inter, ma perdendone altrettante.
Oltre ai titoli e alla sua bravura, è stato d'insegnamento per molti giovani della sua epoca, quando l'amore per il pallone e la passione del calcio andavano al di là del guadagno economico.                                     

Intrigo allenatore


Dopo la sconfitta maturata contro il Real Madrid, la stagione si è conclusa in malo modo e, se tra i tifosi c'è aria di delusione e di presunto ciclo finito, Marotta e Paratici sono pronti a tuffarsi nel mercato con il portafoglio stracolmo dagli introiti della Champions.
La finale di Cardiff ha sancito il gap di distacco a livello qualitativo tra le due compagini e  il crollo bianconero si spiega anche a causa di una panchina non all'altezza della competizione europea e della formazione titolare.
Per ripartire dal prossimo Agosto, bisogna, innanzitutto, sciogliere i dubbi legati al futuro di Massimiliano Allegri. Nei prossimi giorni, se non tra oggi e domani, ci sarà un incontro molto importante in chiave allenatore; la Juventus è contenta dell'operato dell'ex Milan e, pertanto, gli presenterà un rinnovo contrattuale fino al 2019 a 8 milioni l'anno con la possibilità, in caso di vittoria in campo internazionale, di ritoccargli lo stipendio fino ad arrivare quota 13 milioni. Dall'altra lato della medaglia c'è, però, la paura e la preoccupazione che il mister sia arrivato alla fine di un ciclo durato tre anni, in cui ha vinto tutto in Italia.Ieri mattina, è uscita fuori una bomba di mercato che avrebbe voluto Allegri al Psg come sostituto di Emery e principale indiziato a sedere sulla panchina dei parigini la prossima stagione. Nonostante questi "rumors", che nelle successive ore non hanno trovato conferme, si cercherà di mandare la trattativa in porto con società e allenatore che prolungheranno il loro matrimonio ancora per un anno.Tra le richieste di Allegri, c'è quella di rinforzare la rosa secondo il suo punto di vista e, quindi, interverrà lui stesso sul mercato, presentando una lista di giocatori a Marotta e Paratici.La sensazione è quella di poter ancora contare sul livornese ma, prima di spendere, bisognerà far chiarezza sul prossimo allenatore della Juventus, soprattutto per i tifosi che, ora, si sentono smarriti.

martedì 6 giugno 2017

Champions Maledetta, la Coppa è ancora del Real Madrid


La squadra guidata da Zidane conquista la seconda Champions League in altrettanti anni: è record da quando la Coppa dei Campioni ha cambiato nome; la storia si ripete proprio come 27 anni fa, quando il Milan di Sacchi trionfò per due volte di seguito in campo internazionale nell’89 e nel 90. Prestazione encomiabile da parte dei “Galacticos” che hanno surclassato gli uomini di Allegri per tutto il secondo tempo, non facendo vedere palla a Dybala e compagni. Questione di abitudine nel giocare le partite importanti, questa è stata la differenza tra le due squadre in campo. Il Real Madrid è stato bravo, intelligente e anche fortunato nel lasciar fare la partita per tutto il primo tempo alla Juventus, subendo, sì, ma mai dimostrandosi in difficoltà e riuscendo a trovare il gol del momentaneo vantaggio con l’unico tiro in porta effettuato nella prima frazione di gioco. Dall'altra parte si è vista una Juventus senza voglia e carattere, soprattutto nella ripresa, forse affaticata dalle troppe cariche stagionali o, forse, troppo sicura della sua forza difensiva che, in finale, a dispetto dei soli 3 gol subiti in tutto il cammino europeo, ha dovuto raccogliere il pallone da dentro la porta per 4 volte. Tanta delusione sia in campo che fuori con l’ancora inspiegabile crollo fisico e mentale della seconda frazione. Nessuno dei cosiddetti “big” è riuscito a incidere su di una squadra posizionata male sul campo da gioco che lasciava troppi spazi per le ripartenze madridiste.
Di certo è mancato lo spirito guerriero, costante in tutta la stagione, che ha permesso alla Juventus di togliersi grandi soddisfazioni, ma non in finale, nonostante un approccio alla gara tra i migliori degli ultimi tempi.
Proprio da questa filosofia bisogna ripartire. E’ necessario ritornare sul campo ad Agosto con ancora più rabbia e cattiveria per quanto successo. La finale ha fatto male ma è stata di aiuto per capire che la Juventus non è ancora al livello del Real e che, per ripartire, bisogna già mettersi sotto da quest’estate con il duo Marotta-Paratici, chiamato a rinforzare la rosa, ad allungare la panchina con nomi di primo livello e a liberarsi degli esuberi e dei giocatori mediocri.
La strada per ritornare grandi in Europa è tracciata, sperando di regalare un sorriso ancora più grande a tutti i tifosi juventini.