giovedì 26 settembre 2019

Spal-Lecce 1-3, Mancosu e Calderoni firmano il successo giallorosso


Il Lecce trova la sua seconda vittoria consecutiva in trasferta e sale a 6 punti in classifica, battendo per 3-1 la Spal grazie alla rete di Calderoni e alla prima doppietta in Serie A di Mancosu.
Dopo la batosta subita in casa contro il Napoli, il Lecce è chiamato al riscatto e si prepara ad affrontare una delle partite più importanti della stagione in ottica salvezza, puntando sulle qualità di Mancosu e Falco al fianco della fisicità e del fiuto del gol di Babacar, all’esordio dal primo minuto in campionato con la maglia giallorossa.


Le scelte di Liverani pagano sin da subito: Babacar viene atterrato in area di rigore e dal dischetto Mancosu non sbaglia. Dopo appena cinque minuti, la Spal trova il gol del pareggio con una splendida azione sull’asse Petagna-Di Francesco, concretizzata dal preciso mancino rasoterra dell’ex Sassuolo e Bologna. I giallorossi rientrano in campo rinvigoriti dai consigli di mister Liverani e già al 47esimo rimettono la freccia grazie al tiro dalla distanza di Calderoni che, facilitato dalla deviazione beffante di Vicari, sigla il gol del vantaggio. La Spal prova a reagire, ma il Lecce, approfittando di una pessima fase difensiva avversaria, sfrutta al meglio le qualità del suo reparto offensivo e nel finale cala il tris con il rigore realizzato da Mancosu, alla sua prima doppietta in campionato.
Liverani può ritenersi soddisfatto della prova fornita dai giocatori in campo: Mancosu sembra essersi calato alla perfezione nel ruolo di trequartista, così come Babacar che si candida a diventare una pedina fondamentale nello scacchiere a disposizione del mister nel corso della stagione. Il prossimo impegno sarà in casa contro la Roma nell’attesa che anche al Via del Mare possano essere conquistati punti fondamentali.

martedì 17 settembre 2019

Torino-Lecce 1-2, vittoria miracolosa all’Olimpico contro i granata


Dopo due brutte sconfitte contro Inter e Verona, il Lecce trova i suoi primi 3 punti del campionato, sconfiggendo con una prestazione clamorosa il Torino e ribaltando i pronostici della vigilia. Vittoria meritata per i giallorossi che, approfittando della sosta per le nazionali della scorsa settimana, hanno avuto modo di migliorare la propria manovra di gioco, risultata troppo passiva e pigra nelle prime due partite, e di correggere i tanti difetti mostrati in fase offensiva e difensiva.
Liverani conferma il 4-3-1-2, ma stravolge l’11 titolare visto contro il Verona, lanciando dal primo minuto Farias al fianco di Lapadula, Tabanelli in mezzo al campo, Rispoli e Calderoni nel ruolo di terzini. Il Torino risponde con il suo solito 3-5-2 con Berenguer, preferito a Zaza, a supporto di Belotti e il neo acquisto Verdi in panchina.


I granata, nonostante giochino per agganciare l’Inter in prima posizione a punteggio pieno, scendono in campo con il piede sbagliato senza mostrare la giusta cattiveria, tant’è che non riescono mai ad impensierire veramente la porta difesa da Gabriel. Discorso diverso per il Lecce che, spinto da un instancabile Liverani in panchina, sfrutta la tecnica di Falco e la velocità di Farias per farsi largo tra le maglie avversarie. Proprio da una loro giocata nasce l’azione dell’1-0: Falco salta secco Meite e conclude in porta, Sirigu respinge sui piedi di Farias che è il più lesto di tutti ad insaccare il pallone in rete. La reazione del Torino arriva con timidi tentativi ma al 58esimo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, l’arbitro concede il penalty per un lieve contatto tra Zaza e Tabanelli. Palla sul dischetto degli 11 metri e destro preciso di Belotti a spiazzare Gabriel. Sembra imminente la rimonta della squadra di casa, eppure Liverani sceglie di far entrare Mancosu e Babacar, lanciando il chiaro messaggio alla squadra di imporre il proprio gioco e provare a vincere il match. Detto, fatto perché al 73esimo su una nuova respinta di Sirigu, il neoentrato Mancosu trova la giusta coordinazione per siglare il gol del definitivo 2-1.


lunedì 9 settembre 2019

Finlandia-Italia 1-2, azzurri quasi qualificati per l’Europeo


L’Italia batte la Finlandia per 2-1 grazie alle reti di Jorginho ed Immobile, che ritrova il gol in Nazionale dopo due anni di astinenza, e si conferma al primo posto del Girone J con 18 punti all’attivo e 6 lunghezze di vantaggio sulla seconda in classifica.
Rispetto al match vinto contro l’Armenia, Mancini effettua 5 cambi di formazione e lancia dal primo minuto Izzo e Acerbi nella linea difensiva e Sensi al posto dello squalificato Verratti. Panchina anche per Bernardeschi e Belotti, preferiti a Pellegrini nell’atipico ruolo di esterno offensivo e a Immobile al centro dell’attacco.
La Finlandia approfitta dell’approccio troppo pigro degli azzurri e prova a rendersi pericolosa sin dai primi minuti, sfruttando la massimo la qualità sulla fascia di Lappalainen e, soprattutto, la velocità del numero 10 Pukki, già autore di 5 gol in Premier League con la maglia del Norwich. A metà primo tempo l’Italia prende coraggio ed inizia a costruire diverse palle gol facendo affidamento sulle ali Chiesa e Pellegrini. Al ventiseiesimo Sensi chiama agli straordinari il portiere Hradecky che devia sopra la traversa uno splendido tiro al volo del centrocampista dell’Inter, mentre più tardi Barella al limite dell’area di rigore spreca da ottima posizione il retropassaggio di Immobile.


Nel secondo tempo, l’Italia non molla la presa e al 58’ trova meritatamente il gol del vantaggio grazie ad Immobile che di testa non rende vano il cross di Chiesa. Tuttavia, gli azzurri anziché cercare il colpo del K.O. abbassano il ritmo, amministrando il resto della partita con il possesso palla. Scelta fatale perché in fase di disimpegno Sensi perde la sfera e, nel tentativo di recuperarla, macchia la sua buona prestazione, stendendo Pukki in area di rigore: l’attaccante finlandese trafigge dagli 11 metri Donnarumma. Passano soltanto 7 minuti per il nuovo vantaggio degli azzurri che, dopo una splendida azione corale, conclusasi con il fallo di mano di Vaisanen su tiro di Barella, trasformano con Jorginho il calcio di rigore del definitivo 2-1.
Italia che, grazie a questa vittoria, conquista altri 3 punti fondamentali per la classifica, consolidando il proprio vantaggio sulle inseguitrici e ipotecando, a meno di eventuali sorprese, la qualificazione ad Euro2020.

lunedì 2 settembre 2019

Icardi-Psg, Llorente-Napoli, Rebic-Milan. Tutte le trattative dell’ultimo giorno di mercato


Ultime ore di fuoco per la chiusura di questa sessione estiva di calciomercato con tutte le squadre ancora a lavoro per completare al meglio il proprio organico.
Le prime ufficialità della giornata arrivano dal Sassuolo che, intorno alle ore 12.00, ha annunciato gli arrivi di Vlad Chiriches dal Napoli e Gregoire Defrel dalla Roma, entrambi in prestito con diritto/obbligo di riscatto fissato intorno ai 15 milioni. Il difensore rumeno, finito ai margini del progetto azzurro dopo l’arrivo di Manolas, è chiamato a dover riscattare le pessime stagioni vissute all’ombra del Vesuvio, andando ad occupare il posto da titolare nella retroguardia neroverde al fianco di Ferrari. Discorso molto simile anche per Defrel che ritorna al Sassuolo con grande entusiasmo e voglia di rimettersi in discussione. Dopo un’autentica battaglia di mercato con Sampdoria e Cagliari (che alla fine ha virato su Simeone della Fiorentina), il club di Squinzi è riuscito a spuntarla facendo leva sulla volontà decisiva del francese che, all’interno dello scacchiere di De Zerbi, sarà il dodicesimo uomo in campo, prima alternativa a Boga come ala e a Caputo al centro del tridente.


Accantonato definitivamente Rugani, blindato dalla Juventus a causa dell’infortunio di Chiellini, la Roma ha risolto i suoi problemi difensivi, ingaggiando l’esperto Smalling dal Manchester United e ha ceduto al Lipsia in prestito con diritto di riscatto fissato a 28 milioni di euro Patrick Schick, eterno incompiuto con la maglia giallorossa, nonostante fosse arrivato due anni fa con la nomina di futuro fenomeno e possibile stella della squadra. In sostituzione del ceco ritorna in Serie A Nikola Kalinic, ex Fiorentina e Milan, prelevato dall’Atletico Madrid in prestito con diritto di riscatto a 9 milioni di euro. Stessa formula con obbligo al raggiungimento delle 25 presenze stagionali anche per l’altro neoacquisto Henrikh Mkhitaryan che lascia l’Arsenal dopo un’esperienza fatta di alti e bassi.


Il Napoli, dopo il no di Icardi, si è dovuto “accontentare” del parametro zero Fernando Llorente, che si è detto felice ed entusiasta per questa nuova avventura in Italia dopo il suo passato alla Juventus. Proprio la telenovela legata al futuro dell’argentino Mauro Icardi, come annunciato dalla sua agente Wanda Nara, sembra essersi conclusa positivamente con il trasferimento in prestito al Psg. Ore decisive anche per Milan e Francoforte che hanno formalizzato lo scambio di prestiti tra Andrè Silva, il cui futuro si tinge di Bundesliga, e Ante Rebic, nuovo rinforzo del reparto avanzato per la squadra di Giampaolo. La Fiorentina ha preso dalla Fluminense per 14 milioni di euro l’attaccante Pedro ed è pronta a chiudere anche per l’esterno Rachid Ghezzal in uscita dal Leicester; mentre il Parma ha ufficializzato l’acquisto a titolo definitivo dell’ex Torino Matteo Darmian, cercato nelle ultime sessioni di mercato anche da Juventus e Inter.


Lecce-Verona 0-1, la decide l’ex Pessina. Esordio amaro al Via del Mare


Brutta prestazione del Lecce che, nonostante il grande entusiasmo per l’esordio in casa al Via del Mare, perde per 1-0 contro il Verona in una delle partite fondamentali da vincere per centrare la salvezza.
Liverani spedisce in panchina La Mantia per fare spazio al duo offensivo Falco-Lapadula, supportato dal trequartista Mancosu, ritornato titolare dopo la panchina a San Siro contro l’Inter; mentre il Verona decide di mandare in campo dal 1’ minuto il neoarrivato Amrabat nel ruolo di trequartista insieme a Zaccagni con Tutino unica punta. Primo tempo abbastanza noioso con pochi sussulti da parte di entrambe le squadre, anche se a salire in cattedra è il Verona che sfiora l’1-0 più volte, soprattutto con Miguel Veloso, sempre più incisivo nel gioco di Juric e letale nei calci piazzati. Proprio da una situazione di palla inattiva arriva l’occasione più ghiotta del primo tempo con Zaccagni che al 20’ colpisce un palo clamoroso che fa tremare l’intero stadio.
Il Lecce entra nella ripresa con un piglio diverso, pronto a riscattare il pessimo primo tempo disputato. Tuttavia, il Verona non tira i remi in barca e risponde colpo su colpo alle trame giallorosse tant’è che all’81esimo sono proprio i gialloblu a trovare il gol decisivo per la vittoria con l’ex Matteo Pessina, appena arrivato in prestito con diritto di riscatto dall’Atalanta. Il classe 97’ approfitta del velo del suo compagno di squadra Verre e conclude in porta con un preciso destro rasoterra su cui Gabriel si fa sorprendere. Il Lecce prova a reagire, ma all’89’ Silvestri è bravo ad allungarsi e a spedire in calcio d’angolo il tiro debole ma angolato di Mancosu.


Delusione e tanta rabbia tra gli spalti per il Lecce di Fabio Liverani che, dopo due giornate, si trova in fondo alla classifica con nessun punto raccolto, 5 reti subite e, soprattutto, 0 gol fatti. Ecco perché il campanello d’allarme più importante riguarda il fronte offensivo che, nonostante la presenza di La Mantia e gli arrivi di Farias e Lapadula, non è riuscito ancora a farsi valere e ad essere incisivo in zona gol. Non è un mistero, infatti, che la società si sia mossa durante tutto il calciomercato per portare nel Salento un grande bomber, sondando il terreno prima per Yilmaz e poi per Choupo-Moting, rimasti rispettivamente l’uno al Besiktas e l’altro al Psg. Con il tramontare definitivo di questi sogni, il direttore Meluso è stato costretto a ripiegare su nomi di secondo piano come Babacar, attaccante senegalese in uscita dal Sassuolo e che proprio in queste ultime ore di mercato dovrebbe aggiungersi all’organico a disposizione di mister Liverani nella speranza che possa essere lui l’attaccante ideale per far esultare il Via del Mare.

domenica 1 settembre 2019

Juventus-Napoli 4-3, partita da applausi a Torino. Decisivo l’autogol di Koulibaly al 92’


Succede di tutto nell’anticipo del sabato sera tra Juventus e Napoli con i bianconeri che sono riusciti a spuntarla all’ultimo minuto per 4-3 grazie allo sfortunato autogol di Koulibaly. Destino vuole che una delle partite più attese del nostro campionato, se non quella decisiva negli ultimi anni per la conquista dello scudetto, cada già alla seconda giornata. Nonostante ciò ed una condizione non ancora ottimale per i giocatori in campo, le due squadre hanno messo in scena uno spettacolo degno del prezzo del biglietto in cui il gioco corale e la tecnica individuale l’hanno fatta da padrone.
Ancelotti decide di confermare per 10/11 la formazione vista settimana scorsa contro la Fiorentina, puntando su un assetto più propositivo con l’inserimento sulla corsia bassa di Ghoulam al posto di Mario Rui, ma soprattutto sulla batteria di trequartisti Insigne-Fabian Ruiz-Callejon alle spalle di Mertens. Grossa novità, invece, per la Juventus che manda in campo dal primo minuto l’esordiente De Ligt al posto di Chiellini, infortunatosi gravemente al crociato durante la settimana.
La mano di Sarri si vede già dai primi minuti di gioco con la Juventus che alza il proprio baricentro, mordendo le caviglie degli avversari e creando diverse occasioni da gol. Al tentativo dalla lunga distanza di Cristiano Ronaldo risponde il tiro a giro di Allan che impegna pericolosamente i guanti di Szczesny. Primo tempo che, tuttavia, a partire dal 16esimo, penderà decisamente a favore dei bianconeri: Danilo, appena entrato al posto di De Sciglio, fa partire un contropiede letale per la retroguardia partenopea, innesca Douglas Costa che, dopo aver dribblato Zielinski, serve nuovamente il brasiliano che a pochi metri dalla porta non fallisce l’1-0. Dopo appena tre minuti, la Juventus trova il raddoppio con il gol dell’ex Gonzalo Higuain. L’argentino supera con una finta Koulibaly e insacca alle spalle di Meret il 2-0. Il Napoli, completamente in balia dell’avversario, rischia di andare negli spogliatoi con un passivo ancora più pesante: Khedira sfiora il gol prima con un tiro respinto miracolosamente da Meret e, più tardi, con un destro da fuori area che si stampa sulla traversa.


Nel secondo tempo, Cristiano Ronaldo segna il 3-0 su assist di Douglas Costa, ma proprio quando la vittoria sembra ormai in pugno, il Napoli si risveglia dal letargo e inizia ad azzannare la preda. Al 68esimo Manolas approfitta della dormita della difesa juventina e su calcio di punizione battuto da Mario Rui è il più lesto a colpire e bucare Szczesny per il gol del 3-1. Dopo appena due minuti, Zielinski disegna il giusto tracciante per Lozano, subentrato ad Insigne, che a tu per tu con il portiere polacco non sbaglia e firma il 3-2. Douglas Costa prova a svegliare i suoi a metà secondo tempo con un tiro da fuori area che colpisce la traversa dopo la parata di Meret, ma all’81esimo è invece il Napoli a riacciuffare incredibilmente la partita grazie alla zampata decisiva di Di Lorenzo, sempre su palla inattiva, dopo l’ennesimo errore di De Ligt in un esordio da cancellare per l’ex Ajax. Il match sembra essere destinato a concludersi in parità, ma al 92esimo Koulibaly strozza il suo intervento, spiazzando un incolpevole Meret e infilando all’incrocio dei pali il definitivo 4-3 in favore dei bianconeri che possono, quindi, esultare per la vittoria in una partita da “montagne russe”, come l’ha definita Higuain al termine della gara.