Dopo il
pareggio per 1-1 nella prima partita del girone di Nations League, l'Italia di
Mancini non è riuscita ad imporsi nemmeno sul campo del Portogallo rimediando
una sconfitta di misura per 1-0, decisa dal gol al 48esimo dell'ex Milan Andrè
Silva. Il tecnico degli azzurri, dopo la brutta prestazione contro la Polonia,
decide di stravolgere la formazione e passa dal 4-3-3 ad un 4-4-2 abbastanza
offensivo con il tandem Immobile-Zaza in avanti, supportato sulle fasce
laterali dalla corsa di Bonaventura e Chiesa, lanciato per la prima volta
dall'inizio. L'Italia, però, a dispetto dei tanti cambiamenti (ben 9 su 11) e
della conferma dei soli Donnarumma (anche oggi il migliore) e Jorginho, non
trova il giusto equilibrio tra difesa e attacco, non riuscendo a servire gli
attaccanti e a creare occasioni da gol.
In fase
difensiva i due terzini Criscito e Lazzari, all'esordio in Nazionale, risultano
quasi inesistenti, mentre la disattenzione della coppia del Milan formata da
Caldara e Romagnoli fa acqua da tutte le parti, costando cara agli azzurri
nell'azione del vantaggio portoghese e lasciando sempre troppo spazio di
manovra al contropiede lusitano. Il vero punto debole rimane senz'altro il
centrocampo, privo di talento e di giocatori in grado di saper fare il salto di
qualità alla squadra. Jorginho, a cui è affidato il compito di regista, è
spesso lasciato troppo solo e in pochissime volte rischia la verticalizzazione,
rifugiandosi nel passaggio corto verso compagni addirittura marcati. Cristante,
forse il peggiore in campo, sbaglia di tutto e di più, dimostrandosi lontano
parente del giocatore ammirato lo scorso anno con la maglia dell'Atalanta sotto
la guida di Gasperini. Davanti bene la prova di Zaza e Bonaventura; male invece
quella di Chiesa, completamente scomparso nella ripresa, e Immobile che, ancora
una volta, conferma il fatto di avere una sorta di blackout quando gioca in
Nazionale rispetto a quando scende in campo in Serie A con la Lazio.
Se da un
lato l'Italia sembra essere lontana parente di quella ammirata e vincente del
2006, priva di idee di gioco e lenta nei movimenti, dall'altro spadroneggia il
Portogallo, campione d'Europa in carica che, nonostante la pesante assenza di
Cristiano Ronaldo, si impone sull'avversario sia a livello tecnico che mentale,
sfiorando a più riprese il gol del 2-0 e fornendo una prestazione da grande
squadra agli occhi dei più scettici.
Per l'Italia
continua un periodo di crisi interminabile: dopo la figuraccia ai playoff
contro la Svezia, costata la mancata partecipazione al Mondiale in Russia, gli
azzurri sembrano incapaci di segnare su azione e di ottenere una vittoria che,
ormai, manca da più di 11 mesi. La sfida per Mancini si fa quasi impossibile in
un'Italia che, da grande del calcio, non riesce più a rialzarsi per tornare sul
tetto del mondo.
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