domenica 17 novembre 2019

Johan Cruijff, il “Profeta del Gol”


Era questo il titolo di un documentario realizzato dal grande Sandro Ciotti dedicato alla vita del “Pelè bianco” – così chiamato dal divino Gianni Brera in un suo articolo. Già, perché di soprannomi, epiteti e riconoscimenti, Johan Cruijff ne ha avuti per tutta la sua vita.
Il profumo della sua classe si sente ancora dalle parti di Amsterdam, come se fosse rimasto sempre lì, in quello stadio a lui intitolato, a spingere la sua squadra e ad incantare i tifosi con le sue magiche giocate. Era il connubio perfetto tra potenza ed eleganza, immensa delizia del calcio, tanto da essere considerato il secondo giocatore più forte del XX secolo dopo l’appunto sopracitato Pelè. Sebbene non ricoprisse un ruolo ben preciso, si occupava sia dell’impostazione della manovra che della fase di finalizzazione, sfruttando al massimo il suo dribbling ubriacante, la sua rapidità sullo stretto e la sua grande freddezza sotto porta. Parliamo di un assoluto genio del calcio.
Dai suoi primi calci al pallone, infatti, si vedeva già che sarebbe stato un predestinato: all’età di dieci anni entrò nelle giovanili dell’Ajax dove, nonostante le difficoltà economiche e la morte improvvisa del padre, si mise in mostra come uno dei migliori elementi della rosa che, quattro anni dopo, vincerà il campionato nella categoria Allievi. A 17 anni fece il suo debutto in Eredivisie, ma soltanto nel 1985, con l’arrivo in panchina del trentottenne Rinus Michels, divenne titolare inamovibile dei Lancieri. In occasione del funerale di quest’ultimo, Cruijff dirà: “Sia da calciatore, che da allenatore non c’è nessuno che mi abbia insegnato quanto lui. Ho sempre ammirato moltissimo la sua leadership”. Il nuovo credo tattico dell’Ajax, il cosiddetto “calcio totale” – in cui tutti dovevano essere in grado di giocare in qualsiasi zona del campo, facendo del pressing offensivo e della velocità di pensiero le loro armi principali – fu incarnato alla perfezione dal numero 14 olandese. Divenuto stella e catalizzatore della squadra, vincerà, al fianco di altre leggende come Krol, Rep, Muhren, per tre anni consecutivi, dal 1971 al 1973, tre Coppe dei Campioni e – a livello personale – due Palloni d’Oro.


A causa di diverbi con la società, nell’ottobre del ’73 si trasferirà al Barcellona dove, sempre sotto la guida di Michels, chiuderà la stagione seguente con la conquista della Liga, il secondo posto con l’Olanda ai campionati mondiali del 1974 e 32 reti all’attivo fra club e nazionale, tra cui la celebre rovesciata di tacco contro l’Atletico Madrid. Questa fu senz’altro la migliore annata nella carriera di Johan, che a fine stagione ricevette anche il suo terzo Pallone d’Oro in solo quattro anni.
Rimasto per cinque anni alla corte dei blaugrana, dopo due brevi parentesi in America con i L.A. Aztecs e i Washington Diplomats, e ancora in Spagna ma con il Levante, nell’81 tornò a vestire la maglia dell’Ajax: assieme ai giovani Frank Rijkaard e Marco Van Basten nelle seguenti due stagioni vincerà altrettanti campionati e una Coppa d’Olanda. In totale, nelle sue due esperienze con i Lancieri, mise a referto 275 partite di campionato, condite da 205 reti, prima di passare ai rivali del Feyenoord con cui, nella stagione successiva, al fianco della matricola Ruud Gullit, farà bottino pieno tra campionato e Coppa d’Olanda.


Ma il suo amore per il calcio non poteva di certo finire con un addio: e così, duecento giorni dopo il suo ritiro dall’attività agonistica, fu chiamato per la terza volta a guidare ancora il suo Ajax, stavolta non in campo ma in panchina, da allenatore. Fu così che arrivano i successi da tecnico: con i biancorossi rimase per tre stagioni, vincendo due volte la Coppa nazionale ma soprattutto, la Coppa delle Coppe dell’87, a distanza di quattordici anni dall’ultimo successo del club in campo europeo.
Nel 1988, come già fatto da calciatore, si sposterà nuovamente in Spagna per accettare la guida del Barcellona. Trovando in Josep Guardiola, Micheal Laudrup, Ronald Koeman e Hristo Stoickov i pilastri fondamentali della squadra, arricchirà la bacheca blaugrana con la vittoria di quattro Liga consecutive e della prima Coppa dei Campioni nella sua storia ai danni della Sampdoria di Vialli e Mancini. Successivamente, dopo otto anni lasciò i catalani a causa di nuovi dissidi con la società, che a quanto pare si rifiutò di acquistare Ryan Giggs e Zinedine Zidane. Fosse andata così, molto probabilmente, avremmo visto il più grande Barcellona di tutti i tempi. Inoltre, questa fu la seconda ed ultima esperienza in panchina per Cruijff, il quale, dopo questi undici anni divisi fra Amsterdam e Barcellona, non allenò più nessun club.
Le sue due più grandi passioni furono il calcio e il fumo. La prima gli diede tutto, la seconda glielo tolse. E così, Il 24 Marzo 2016, all’età di sessantotto anni, Johan Cruijff chiuse gli occhi per l’ultima volta per poi riaprirli, lassù, dove ancora oggi, gli occhi dei calciatori dell’Ajax lo cercano prima di scendere in campo.

giovedì 26 settembre 2019

Spal-Lecce 1-3, Mancosu e Calderoni firmano il successo giallorosso


Il Lecce trova la sua seconda vittoria consecutiva in trasferta e sale a 6 punti in classifica, battendo per 3-1 la Spal grazie alla rete di Calderoni e alla prima doppietta in Serie A di Mancosu.
Dopo la batosta subita in casa contro il Napoli, il Lecce è chiamato al riscatto e si prepara ad affrontare una delle partite più importanti della stagione in ottica salvezza, puntando sulle qualità di Mancosu e Falco al fianco della fisicità e del fiuto del gol di Babacar, all’esordio dal primo minuto in campionato con la maglia giallorossa.


Le scelte di Liverani pagano sin da subito: Babacar viene atterrato in area di rigore e dal dischetto Mancosu non sbaglia. Dopo appena cinque minuti, la Spal trova il gol del pareggio con una splendida azione sull’asse Petagna-Di Francesco, concretizzata dal preciso mancino rasoterra dell’ex Sassuolo e Bologna. I giallorossi rientrano in campo rinvigoriti dai consigli di mister Liverani e già al 47esimo rimettono la freccia grazie al tiro dalla distanza di Calderoni che, facilitato dalla deviazione beffante di Vicari, sigla il gol del vantaggio. La Spal prova a reagire, ma il Lecce, approfittando di una pessima fase difensiva avversaria, sfrutta al meglio le qualità del suo reparto offensivo e nel finale cala il tris con il rigore realizzato da Mancosu, alla sua prima doppietta in campionato.
Liverani può ritenersi soddisfatto della prova fornita dai giocatori in campo: Mancosu sembra essersi calato alla perfezione nel ruolo di trequartista, così come Babacar che si candida a diventare una pedina fondamentale nello scacchiere a disposizione del mister nel corso della stagione. Il prossimo impegno sarà in casa contro la Roma nell’attesa che anche al Via del Mare possano essere conquistati punti fondamentali.

martedì 17 settembre 2019

Torino-Lecce 1-2, vittoria miracolosa all’Olimpico contro i granata


Dopo due brutte sconfitte contro Inter e Verona, il Lecce trova i suoi primi 3 punti del campionato, sconfiggendo con una prestazione clamorosa il Torino e ribaltando i pronostici della vigilia. Vittoria meritata per i giallorossi che, approfittando della sosta per le nazionali della scorsa settimana, hanno avuto modo di migliorare la propria manovra di gioco, risultata troppo passiva e pigra nelle prime due partite, e di correggere i tanti difetti mostrati in fase offensiva e difensiva.
Liverani conferma il 4-3-1-2, ma stravolge l’11 titolare visto contro il Verona, lanciando dal primo minuto Farias al fianco di Lapadula, Tabanelli in mezzo al campo, Rispoli e Calderoni nel ruolo di terzini. Il Torino risponde con il suo solito 3-5-2 con Berenguer, preferito a Zaza, a supporto di Belotti e il neo acquisto Verdi in panchina.


I granata, nonostante giochino per agganciare l’Inter in prima posizione a punteggio pieno, scendono in campo con il piede sbagliato senza mostrare la giusta cattiveria, tant’è che non riescono mai ad impensierire veramente la porta difesa da Gabriel. Discorso diverso per il Lecce che, spinto da un instancabile Liverani in panchina, sfrutta la tecnica di Falco e la velocità di Farias per farsi largo tra le maglie avversarie. Proprio da una loro giocata nasce l’azione dell’1-0: Falco salta secco Meite e conclude in porta, Sirigu respinge sui piedi di Farias che è il più lesto di tutti ad insaccare il pallone in rete. La reazione del Torino arriva con timidi tentativi ma al 58esimo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, l’arbitro concede il penalty per un lieve contatto tra Zaza e Tabanelli. Palla sul dischetto degli 11 metri e destro preciso di Belotti a spiazzare Gabriel. Sembra imminente la rimonta della squadra di casa, eppure Liverani sceglie di far entrare Mancosu e Babacar, lanciando il chiaro messaggio alla squadra di imporre il proprio gioco e provare a vincere il match. Detto, fatto perché al 73esimo su una nuova respinta di Sirigu, il neoentrato Mancosu trova la giusta coordinazione per siglare il gol del definitivo 2-1.


lunedì 9 settembre 2019

Finlandia-Italia 1-2, azzurri quasi qualificati per l’Europeo


L’Italia batte la Finlandia per 2-1 grazie alle reti di Jorginho ed Immobile, che ritrova il gol in Nazionale dopo due anni di astinenza, e si conferma al primo posto del Girone J con 18 punti all’attivo e 6 lunghezze di vantaggio sulla seconda in classifica.
Rispetto al match vinto contro l’Armenia, Mancini effettua 5 cambi di formazione e lancia dal primo minuto Izzo e Acerbi nella linea difensiva e Sensi al posto dello squalificato Verratti. Panchina anche per Bernardeschi e Belotti, preferiti a Pellegrini nell’atipico ruolo di esterno offensivo e a Immobile al centro dell’attacco.
La Finlandia approfitta dell’approccio troppo pigro degli azzurri e prova a rendersi pericolosa sin dai primi minuti, sfruttando la massimo la qualità sulla fascia di Lappalainen e, soprattutto, la velocità del numero 10 Pukki, già autore di 5 gol in Premier League con la maglia del Norwich. A metà primo tempo l’Italia prende coraggio ed inizia a costruire diverse palle gol facendo affidamento sulle ali Chiesa e Pellegrini. Al ventiseiesimo Sensi chiama agli straordinari il portiere Hradecky che devia sopra la traversa uno splendido tiro al volo del centrocampista dell’Inter, mentre più tardi Barella al limite dell’area di rigore spreca da ottima posizione il retropassaggio di Immobile.


Nel secondo tempo, l’Italia non molla la presa e al 58’ trova meritatamente il gol del vantaggio grazie ad Immobile che di testa non rende vano il cross di Chiesa. Tuttavia, gli azzurri anziché cercare il colpo del K.O. abbassano il ritmo, amministrando il resto della partita con il possesso palla. Scelta fatale perché in fase di disimpegno Sensi perde la sfera e, nel tentativo di recuperarla, macchia la sua buona prestazione, stendendo Pukki in area di rigore: l’attaccante finlandese trafigge dagli 11 metri Donnarumma. Passano soltanto 7 minuti per il nuovo vantaggio degli azzurri che, dopo una splendida azione corale, conclusasi con il fallo di mano di Vaisanen su tiro di Barella, trasformano con Jorginho il calcio di rigore del definitivo 2-1.
Italia che, grazie a questa vittoria, conquista altri 3 punti fondamentali per la classifica, consolidando il proprio vantaggio sulle inseguitrici e ipotecando, a meno di eventuali sorprese, la qualificazione ad Euro2020.

lunedì 2 settembre 2019

Icardi-Psg, Llorente-Napoli, Rebic-Milan. Tutte le trattative dell’ultimo giorno di mercato


Ultime ore di fuoco per la chiusura di questa sessione estiva di calciomercato con tutte le squadre ancora a lavoro per completare al meglio il proprio organico.
Le prime ufficialità della giornata arrivano dal Sassuolo che, intorno alle ore 12.00, ha annunciato gli arrivi di Vlad Chiriches dal Napoli e Gregoire Defrel dalla Roma, entrambi in prestito con diritto/obbligo di riscatto fissato intorno ai 15 milioni. Il difensore rumeno, finito ai margini del progetto azzurro dopo l’arrivo di Manolas, è chiamato a dover riscattare le pessime stagioni vissute all’ombra del Vesuvio, andando ad occupare il posto da titolare nella retroguardia neroverde al fianco di Ferrari. Discorso molto simile anche per Defrel che ritorna al Sassuolo con grande entusiasmo e voglia di rimettersi in discussione. Dopo un’autentica battaglia di mercato con Sampdoria e Cagliari (che alla fine ha virato su Simeone della Fiorentina), il club di Squinzi è riuscito a spuntarla facendo leva sulla volontà decisiva del francese che, all’interno dello scacchiere di De Zerbi, sarà il dodicesimo uomo in campo, prima alternativa a Boga come ala e a Caputo al centro del tridente.


Accantonato definitivamente Rugani, blindato dalla Juventus a causa dell’infortunio di Chiellini, la Roma ha risolto i suoi problemi difensivi, ingaggiando l’esperto Smalling dal Manchester United e ha ceduto al Lipsia in prestito con diritto di riscatto fissato a 28 milioni di euro Patrick Schick, eterno incompiuto con la maglia giallorossa, nonostante fosse arrivato due anni fa con la nomina di futuro fenomeno e possibile stella della squadra. In sostituzione del ceco ritorna in Serie A Nikola Kalinic, ex Fiorentina e Milan, prelevato dall’Atletico Madrid in prestito con diritto di riscatto a 9 milioni di euro. Stessa formula con obbligo al raggiungimento delle 25 presenze stagionali anche per l’altro neoacquisto Henrikh Mkhitaryan che lascia l’Arsenal dopo un’esperienza fatta di alti e bassi.


Il Napoli, dopo il no di Icardi, si è dovuto “accontentare” del parametro zero Fernando Llorente, che si è detto felice ed entusiasta per questa nuova avventura in Italia dopo il suo passato alla Juventus. Proprio la telenovela legata al futuro dell’argentino Mauro Icardi, come annunciato dalla sua agente Wanda Nara, sembra essersi conclusa positivamente con il trasferimento in prestito al Psg. Ore decisive anche per Milan e Francoforte che hanno formalizzato lo scambio di prestiti tra Andrè Silva, il cui futuro si tinge di Bundesliga, e Ante Rebic, nuovo rinforzo del reparto avanzato per la squadra di Giampaolo. La Fiorentina ha preso dalla Fluminense per 14 milioni di euro l’attaccante Pedro ed è pronta a chiudere anche per l’esterno Rachid Ghezzal in uscita dal Leicester; mentre il Parma ha ufficializzato l’acquisto a titolo definitivo dell’ex Torino Matteo Darmian, cercato nelle ultime sessioni di mercato anche da Juventus e Inter.